I nervi scoperti della Bolognina

Interventi per la giornata e presidio del 9 Luglio per l’inaugurazione della Tettoia Nervi, ora piazza Lucio Dalla, voluta dall’amministrazione.

Una inaugurazione stracolma di ipocrisia e retorica progressista, fondata su una falsa narrazione della realtà sociale del quartiere e totalmente volta a gentrificare l’ennesimo spazio pubblico.

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Oggi imponete la vostra voce insinuando che questa nuova piazza cambierà il destino della Bolognina. Come?

Dietro parole come riqualificazione e rigenerazione urbana, pace sociale, cittadinanza attiva, si nasconde una sporca guerra di classe si nasconde l’ipocrisia di una rigenerazione fondata sugli sgomberi, sulla repressione.
Dove è l’inclusione di cui sempre di più vi riempite la bocca?
Di quali cose positive state parlando in questa nuova Bolognina che state vendendo?   Con quale arroganza vi arrogate il diritto di cambiare il destino di un quartiere?
La vostra riqualificazione è gentrificazione, dove gli attuali abitanti ‘poveri’ saranno scacciati e sostituiti dai ricchi.
Dove molte delle esperienze positive che hanno fatto vivere questo quartiere negli anni passati, contribuendo a definire la sua identità, sono state espulse a suon di sgombero e repressione. Quel lato giovane e artistoide della Bolognina che tanto vi piace e tentate fallacemente di riprodurre lo abbiamo creato noi, ci appartiene e ci fa ribollir di rabbia sapere che ora sia usato come marketing, perché la Bolognina, oltre a luogo di cantieri, è un quartiere di origini operaio e antifascista mutato poi in quartiere multietnico e resistente.
Davanti Ai vostri teatri, musei, cohousing, piazze recintate e chiuse per mesi, poi affidate tramite bando ai vostri soliti amici ci rivendichiamo quello che  possiamo costruire con la solidarietà, dal basso.
Il degrado non é chi ruba al supermercato per mangiare, o chi delinque per vivere: il vero degrado é gettare il cibo per far alzare i prezzi, sono gli stipendi da fame che ci costringete ad accettare, il vero degrado é il ricatto dell’affitto e delle leggi che solo i ricchi possono permettersi di rispettare.
Rivendichiamo il conflitto in quello che per voi é un teatro, per noi la lotta non é una recita: non vogliamo essere attori della vostra messa in scena ma protagonisti della nostra vita senza regia.

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Oggi 9 Luglio viene inaugurata Piazza Lucio Dalla, uno dei tanti luoghi che fa e farà parte del piano di ricostituzione della nuova Bologna “città del futuro”.

Una città del futuro che ha l’obbiettivo di proporsi come modello urbano di sperimentazione, da prendere d’ora in poi ad esempio e potenzialmente esportabile in altre città. Un progetto che cerca di dividere la città con un righello, separando a compartimenti stagni quartieri e rinominandoli poli tematici: dal polo della memoria a quello della scienza e della rivoluzione digitale.
Ma sotto il tappeto di questa innovazione si nascondono le vere conseguenze di un progetto che vede questa città come un insieme di edifici da rendering 3D, un parco giochi per turisti e un falso esempio di innovazione green.
Bologna, o più precisamente la Bolognina il nuovo quartiere preferito della giunta, diviene un ricettacolo di investimenti costruendo, cementificando ed edificando piuttosto che pensare al recupero dei più di 200 immobili vuoti lasciati alla polvere in città.
La Bolognina diviene il fiore all’occhiello della falsa diversità e della supposta inclusività utilizzate come un’etichette a discapito dell’autodeterminazione e dell’autogestione delle persone che hanno vissuto per anni le strade del quartiere e che, a oggi, sono costrette, per un mercato al rialzo e azioni repressive, a lasciare quelle stesse strade.
La Bolognina però non è l’unico caso di questa incongruente narrazione, per la quale nel nome di un miglioramento e di una apertura alla città si cancellano esperienze dal basso e realtà che non rientrano nei paletti imposti dal decoro.
Ne è un esempio la rimodellazione della Montagnola. Da una parte il progetto da 2 milioni di euro per un futuristico edificio all’interno del parco che dovrebbe riqualificarlo ma che in realtà non ha altro scopo che renderlo più appetibile ai turisti e che manca, anche nei progetti del comune stesso, di un chiaro utilizzo. Dall’altro l’eliminazione di 50 bancarelle dal mercato, quelle nel lato ovest, non a caso proprio quelle che animano il mercato da più tempo e che ne hanno fondato e accresciuto l’identità.
Queste sono le realtà presenti coperte dai vostri piani di una città futura che avete deciso voi come plasmare, che reprime le comunità che vivono il quartiere in favore di consumatori e avventori futuri.

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Noi uno spazio dove fare vivere il quartiere e la città, dove fare concerti e iniziative lo avevamo  e questa amministrazione lo ha sgomberato. Come ha sgomberato ex Telecom che ospitava 60 famiglie per fare spazio a un albergo.

Non si tratta dell’opera in se, seppur discutibile, essendo null’altro che una colata di cemento videosorvegliata. Si tratta della retorica e direzione politica che la incornicia, quella che parla di un passato di scontri, quegli scontri causati dall’amministrazione di cui Lepore era ed è attore. Di un presente fatto di nulla dorato e dormitori di lusso. Di un futuro che schiaccia il povero per lasciare spazio al turista.
Caro sindaco ti aspetto in quartiere, ti aspetto per dirti che non sei il benvenuto, che il teatro di conflitto è tutt’altro che risolto, ti aspetto per dirti che la voce delle lotte operaie e di quelle antifasciste della Bolognina ci dà la forza per per urlare che non avrete pace e che non sarà violenza ma una posizione presa in una guerra già iniziata.
Questa tettoia vorrebbe mettere a tacere anni di conflitto. Noi rivendichiamo il conflitto come necessario e auspicabile. Crediamo fortemente che senza  non possa esserci partecipazione dal basso e dialogo. Rivendichiamo Il conflitto  alla base dell’emancipazione individuale e sociale, senza di esso non può esistere alternativa ma solo imposizioni. Il conflitto è tutto altro che risolto e non sarà una tettoia a mettergli fine. Caro sindaco hai sgomberato XM24 con delle progressiste ruspe e ora non sarà questa colata di cemento che coprirà le tue colpe.
Sei colpevole dello sgombero di Via Zago. Sei colpevole di condurre una politica scellerata nei confronti degli spazi autogestiti. Sei colpevole della gentrificazione della Bolognina. Caro sindaco noi siamo fiori che abbiamo radici in questo quartiere e  non ce ne andremo, siamo l’erba cattiva che non muore mai.  La stagione delle occupazioni non è una stagione ma solo l’inizio di cento e mille infestazioni.