SMASH REPRESSION! 17 DICEMBRE 2022

CONCENTRAMENTO ORE 14/VILLA ANGELETTI

Il 17 dicembre ci uniamo alle chiamate di Napoli, Firenze e Torino per contaminare le strade di Bologna a ritmo di BPM martellanti.

Dopo due anni di pandemia e il rapido inasprimento di politiche guerrafondaie, securitarie e autoritarie assistiamo alla stigmatizzazione di tutte quelle esperienze di autorganizzazione e socialità non finalizzate al consumo e al profitto.
Il cosidetto decreto anti-rave vuole colpire la nostra capacità di aggregarci, addomesticandoci e rendendoci funzionali al lavoro, prevedendo intercettazioni e pene fino a sei anni per chi viene individuat* come organizzator*. Forse non si tratta solo di un mero capro espiatorio per distrarci dai problemi che ci colpiscono: i free party fanno paura davvero perché mostrano modalità radicalmente diverse e anticapitaliste di stare insieme in autogestione. La libertà di aggregazione dei free party diventa un pericolo nazionale in nome di una salute e di una sicurezza strumentalizzate per restringere ancora di più lo spazio di possibilità e di azione di tutt*. Nello stesso decreto sono state poi inserite misure che di fatto aggirano le indicazioni della corte costituzionale sull’ergastolo ostativo e le condizioni ostative, rendendo ancora più difficile la concessione dei benefici penitenziari per quei reclusi che non collaborano con la giustizia.
Dal Teknival di ferragosto 2021 a Valentano abbiamo assistito a una valanga di notizie di morti e violenze su persone e non umani, rivelatesi poi false. Si cerca così di creare una narrazione in cui i free party sono luoghi di eccezionale violenza. Ma, come ci insegna il transfemminismo queer, la violenza è strutturale e si riproduce capillarmente in ogni contesto del quotidiano. E’ attraverso pratiche di cura reciproca che possiamo provare a rendere giorno dopo giorno più safe i contesti di festa.
Il 17 dicembre vogliamo ricordare la giornata internazionale contro la violenza su sex workers, ancora oggi espost* a rischi enormi a causa di stigma, invisibilizzazione e mancato riconoscimento della condizione lavorativa.
Siamo abituat* da anni a essere marginalizzat* da legislazioni e senso comune che colpiscono persone diverse in maniera diversa, guidati da retoriche moralistiche.
Assistiamo a una feroce stigmatizzazione delle persone che usano sostanze, con la totale complicità della stampa mainstream e dei giornalisti. Si continuano a criminalizzare le persone che usano sostanze non legali in contesti autogestiti, nonostante l’uso massificato di sostanze legali come tabacco, alcool e psicofarmaci (causa ben maggiore di morti e malattie correlate ogni anno rispetto a sostanze illegali). Nei free party sono quasi sempre presenti interventi di riduzione del danno e primo soccorso sia autogestiti sia di servizi istituzionali, col risultato tangibile della diminuzione dei problemi sanitari. Il governo Meloni ha già annunciato di smantellare proprio i servizi pubblici che fanno interventi di riduzione del danno: si dovrebbe invece potenziarli, anche in locali e discoteche, dove ogni settimana si verificano incidenti stradali, evitabili con una maggiore cura rispetto alle modalità di assunzione e di ripresa.
In un mondo in cui il controllo dello Stato e delle multinazionali è onnipresente e onnipotente, seppure pieno di crepe e vuoti, le feste autogestite assumono il valore di un “microcosmo di cultura libera”, lontane da strutture di controllo, in cui la spontaneità nelle relazioni umane tenta di liberarsi da una quotidianità di oppressione, talvolta lasciando penetrare il “Meraviglioso” tra le rovine abbandonate di industrie fallite. Amiamo battere i piedi nel grigiore del cemento di un capannone abbandonato, così facendo rifiutiamo la speculazione sui territori e ridiamo una nuova vita, per qualche notte, a questi mostri ecologici che vengono abbandonati in ogni angolo d’Europa. La ricerca del piacere e del divertimento in condivisione è una condizione spontanea e necessaria dell’esistenza umana: vogliamo vite in cui dare spazio alla gioia!
Il 17 dicembre i nostri corpi balleranno e le nostre casse suoneranno attraversando da nord a sud alcune grandi città italiane, mentre contemporaneamente in diverse città francesi si moltiplicheranno street parade di protesta in soliderietà con la nostra mobilitazione.
Vorrebbero sotterrarci ma non sanno che siamo semi!

Balliamo insieme, insieme lottiamo.

/ / Non comunicare con i giornalisti
/ / Non parlare con gli sbirri

/ / Non si accettano bandiere o simboli di partito

If i can’t dance it’s not my RAVElution

Che cosa sono i free party oggi? In che modo le feste possono indicarci una via di fuga dal produttivismo capitalista? Come possiamo, ripartendo da noi, pensare a nuove modalità di condividere il tempo creando spazi all’altezza dei nostri desideri?

A partire dall’inasprimento dello stigma nei confronti dei free party con il cosiddetto “decreto antirave” vogliamo rintracciare le radici del movimento, dando vita a un ciclo di incontri, per immaginare insieme possibilità di cura nell’autogestione e di resistenza all’addomesticamento dei corpi.

Il primo incontro si terrà giovedì 1 Dicembre ore 19 al nuovo spazio occupato in via Stalingrado 31.

“Dal recente decreto anti-rave party alla storia delle T.A.Z. (Zone temporaneamente autonome) e delle Street Rave Parades Antiproibizioniste” ne discuteremo con l’ Avvocato Mimma Barbarello (Avvocato – Studio legale Marcuz-Decaro ), Tobia D’Onofrio (autore di “Rave new world. L’ultima controcultura”) e Max del Lab57 – Laboratorio Antiproibizionista Bologna.

Ci vogliamo festosə e autodeterminatə!

CENA BENEFIT

*Rispetta te stesso, lo spazio e chi ti sta attorno*