A distanza di 4 anni dall’arrivo della carovana NO TAP nel Bolognese, è arrivato il momento di reindirizzare l’attenzione sul progetto di sovrappressione del pozzo di stoccaggio di Minerbio, proposto dalla STOGIT ( costola di SNAM che si occupa degli stoccaggi) e avallato dalle amministrazioni comunali e regionali.
Il progetto prevedeva per Minerbio il passaggio di ulteriori metanodotti e lo stoccaggio di un surplus di gas con un aumento del 16,6% (circa 420 milioni di metri cubi in più) da attuare aumentando la pressione naturale del pozzo del 7%. La sovrappressione era propedeutica alla messa in funzione del famigerato gasdotto TAP, che SNAM sta prolungando lungo tutta la dorsale appenninica, passando per territori simicamente attivi, fino a rimpinzare oltre i limiti il pozzo di Minerbio, così come altri pozzi lungo la rete adriatica SNAM.
Venuti a conoscenza del piano, il collettivo AltaPressione e il movimento NO TAP nel gennaio del 2018 indirono al teatro di Minerbio una partecipatissima assemblea pubblica per informare la popolazione locale dei rischi della sovrappressione e delle carenze endemiche di un progetto di cui la cittadinanza era all’oscuro. Al termine dell’assemblea tutte/i le/i partecipanti uscivano dal teatro consapevoli della pericolosità intrinseca dell’opera e della poca trasparenza con cui era stata approvata.
Nelle successive assemblee a nulla valsero i ridicoli tentativi di minimizzazione e giustificazione del progetto da parte del sindaco e dei dirigenti della STOGIT; tant’è che il seme piantato da AltaPressione ha fatto germogliare un comitato cittadino che alla fine di luglio 2019 ha portato l’allora governo della Regione a sospendere per 5 anni l’avanzamento dei lavori di potenziamento delle turbine del pozzo. Emblematico il fatto che la questione arrivò in onda su Report, dopo la scoperta che STOGIT aveva nascosto la documentazione riguardante i test di sovrappressione, condotti nei mesi precedenti al terremoto dell’Emilia del 2012, alla commissione Europea che stava indagando sulle cause antropiche di tale terremoto.
Dato il periodo di crisi energetica e disequilibri geopolitici dovuti all’aumento del prezzo del gas, e delle conseguenti speculazioni, i lavori sul cantiere di Minerbio sono in procinto di riprendere. In un momento come questo, in cui le fonti fossili ci stanno portando sul baratro di una crisi climatica ed economica (a partire dal caro bollette) senza precedenti, urge reintessere un’analisi politica e strategica, in chiave ecologica e territoriale, che ci porti ad intraprendere una lotta alle grandi opere estrattiviste e imposte, per dire NO a questo modello speculativo e coercitivo, sia qui che altrove.
Vi aspettiamo quindi venerdì 9 alle ore 19:00 al nuovo spazio occupato in via STALINGRADO 31 per aggiornarci sullo stato attuale dell’avanzamento del progetto di Minerbio e della situazione estrattivista nella pianura padana e nella riviera romagnola.