COMUNICATO/LETTERA APERTA AL COMUNE DI BOLOGNA

ll 21 Aprile c.a., anniversario della Liberazione di Bologna, in città è stato aperto un nuovo spazio autogestito ridando vita a un edificio abbandonato da più di vent’anni situato in via Zago 1 di proprietà della holding Investire SGR.
Alla liberazione di questo spazio hanno contribuito tantissime soggettività unite dalla stessa necessità di restituire alla città spazi in cui praticare solidarietà, autogestione e mutualismo fuori dalle logiche del profitto e dell’omologazione. Sono le stesse che sono riuscite a resistere nonostante i tanti sgomberi in città, come quello di XM24, Ex-Caserma Sani, Bancarotta e tanti altri. 
Davanti a questa nuova dimostrazione di quanto ci sia bisogno di spazi liberati in città, l’amministrazione si è espressa riducendo la riappropriazione di questo spazio a una mera questione di ordine pubblico e delegando la questione alle decisioni dei proprietari dell’immobile. 
Siamo entratə in uno spazio privato perché l’agibilità di utilizzo a scopi sociali degli spazi pubblici si è fortemente ridotta e crediamo che sia giusto dare nuova vita e nuova energia a tutti gli stabili vuoti e in disuso restituendoli così all’uso della comunità, ma non per questo dimentichiamo l’implicazione della gestione pubblica rispetto all’assegnazione degli spazi in città.
A fronte di questa ennesima chiusura dell’amministrazione davanti alle istanze politiche e sociali portate avanti da una grande fetta di città abbiamo deciso di contattare direttamente la proprietà dello stabile al fine di proporle la nostra idea meravigliosa: trovare una modalità di concessione temporanea dello spazio alla nostra collettività trasformando l’edificio abbandonato in uno spazio sociale autogestito! 
Riteniamo che la legittimità dell’esistenza degli spazi sociali autogestiti provenga dal basso ovvero dalle migliaia di persone che hanno sostenuto e continuano a sostenere, attraversare, far vivere questi spazi. 
Continuiamo a lottare perché gli spazi autogestiti possano esistere e, siccome l’esistenza di questi è oggi più che mai incerta, un riconoscimento formale da parte dell’amministrazione diventa necessario. L’esistenza di questi spazi non deve essere costantemente a rischio sgombero in un processo degenerante di distruzione di tutto ciò che non è conformato e omologato. 
 
Contattando la proprietà di via Zago 1 non intendiamo avviare una trattativa privata ma piuttosto spingere per l’apertura di un confronto pubblico affinchè si trovi una formula che permetta a gruppi informali di gestire temporaneamente spazi in disuso. Come chiediamo da anni, vorremmo che si trovi una forma pubblica di riconoscimento delle esperienze sociali autogestite. Continuiamo a sostenere che le forme attuali di assegnazione e di riconoscimento siano limitanti e inadeguate perchè basate su logiche competitive (come l’assegnazione tramite bando) , speculative (grandi immobili pubblici destinati ad un uso commerciale e le briciole lasciate alle associazioni e alle realtà dal basso) e inoltre non permettono il riconoscimento della responsabilità collettiva delle assemblee di autogestione di questi spazi.
Un‘amministrazione che si vanta di essere la più progressista d’Italia dovrebbe sapere accogliere le diversità e le istanze di chi vorrebbe costruire una città e una vita (radicalmente) diverse, e trovare una modalità di tutelare gli spazi sociali autogestiti: luoghi di resistenza ai processi distruttivi, alle derive sovraniste, alle diseguaglianze nella distribuzione delle ricchezze, al razzismo che lascia morire ai margini delle frontiere, al patriarcato sistematico e alla devastazione dell’ambiente e degli animali, umani e non. 
Dato che  quest’Amministrazione si è sempre riempita la bocca di parole come partecipazione e collaborazione mentre al contempo sgomberava gli spazi dove questa si praticava,  potrebbe forse cogliere ora quest’occasione per mantenere la promessa fatta dall’allora assessore Matteo Lepore dopo lo sgombero di XM24 di trovare “una nuova sede adeguata” per la collettività che gravitava attorno a XM24, riconoscendone al contempo “l’importanza della progettualità politica sociale e culturale”.

A questo proposito rendiamo noto quanto scritto alla proprietà:

 

Spett.le Investire Sgr
Siamo un collettivo politico che da oltre vent’anni porta avanti attivamente pratiche di mutualismo e autogestione. Da giovedì 21 Aprile siamo entrate nell’edificio dell’ex clinica Cesare Ragazzi situato in via Zago 1 a Bologna, in disuso da più di vent’anni che sappiamo essere attualmente di vostra proprietà. Vi scriviamo perché anche noi come Cesare abbiamo in testa un’idea meravigliosa e vi chiediamo di dedicarci qualche minuto del vostro tempo per leggere questa mail.
Restituire ad un utilizzo sociale lo spazio abbandonato di via Zago 1 è stata la nostra risposta a un bisogno che è rimasto inascoltato dall’Amministrazione della città di Bologna. Infatti, negli ultimi anni le sedi nelle quali svolgevamo le nostre attività non sono più a nostra disposizione poiché sgomberate per destinarle a differente uso. Inoltre, le condizioni di assegnazione per attività sociali e culturali nella città di Bologna non sono state in grado di soddisfare la domanda di spazi per i gruppi informali di attivazione popolare. A fronte dell’alto numero di spazi vuoti, pubblici e privati, lasciati al disuso e all’abbandono, il grande bisogno di spazi dove praticare attività mutualistiche e solidali è una necessità evidente nella nostra città a cui abbiamo deciso di dare una risposta con l’ingresso nello stabile di via Zago 1.
Crediamo fermamente nella costruzione di esperienze dal basso che abbiano un impatto concreto sull’esistente e negli anni abbiamo sempre cercato di dare vita agli spazi che abbiamo abitato, prendendocene cura con l’autorecupero e trasformandoli in luoghi di socialità e aggregazione in cui portare attività di reale utilità sociale senza fini di lucro. Attraverso pratiche di mutualismo e autogestione abbiamo dato vita a decine di progetti tra cui una palestra popolare, una scuola di italiano con migranti, una ciclofficina, uno sportello medico-legale, progetti accessibili e gratuiti volti a soddisfare bisogni e necessità delle abitanti della città. 
Vorremo tornare a rendere queste attività accessibili alla collettività e crediamo che lo spazio di via Zago 1, lasciato da anni all’abbandono, possa tornare a vivere diventando temporaneamente una casa per le nostre progettualità.
Siamo coscienti del fatto che la carenza di spazi vivi e fruibili in città fuori dalle logiche di mercato e al contempo, l’alto numero di spazi vuoti pubblici e privati lasciati al disuso e all’abbandono sia un tema da affrontare principalmente con l’Amministrazione.
Ricordiamo che il Sindaco di Bologna Matteo Lepore ha riconosciuto “l’importanza della progettualità politica sociale e culturale” del nostro collettivo e dopo lo sgombero dello Spazio Pubblico Autogestito XM24 avvenuto il 6 agosto 2019 si era impegnato a trovare “una nuova sede adeguata”. In quell’occasione Lepore, allora Assessore, si era mostrato disponibile ad intercedere per noi presso un istituto privato proprietario di un immobile in disuso da anni al fine di favorire l’utilizzo temporaneo di quello spazio da parte del nostro collettivo. Purtroppo l’impegno di Lepore di trovare una ‘”nuova sede adeguata” per XM24 non è mai stato mantenuto, per questo crediamo che oggi che ricopre la carica di Primo Cittadino sarà a maggior ragione interessato a trovare una soluzione ponendosi come intermediario e garante in un’eventuale interlocuzione con la proprietà di via Zago 1, qualora da parte vostra ci sia l’interesse.
le regaz

 

 

NUOVO SPAZIO OCCUPATO A BOLOGNA

L’erba cattiva, si sa, non muore mai!

Una storia infinita è davvero tale se è ricca di colpi di scena! Oggi giovedì 21 Aprile 2022 abbiamo aperto le porte di un altro spazio in città!

Dopo oltre due anni di restrizioni, crisi sanitaria, economica e sociale, riaprire spazi di libertà, autogestiti e lontano dalle logiche del profitto è una necessità che non possiamo più procrastinare.

Il 6 agosto 2019 l’allora assessore all'”immaginazione civica” Matteo Lepore pensava che con le ruspe e una falsa promessa avrebbe cancellato per sempre l’esperienza di XM24. Ma solo il giardiniere più incauto pensa che strappare la malerba basti per non farla tornare. L’erba cattiva, si sa, non muore mai! Ed infatti in questo tempo si è diffusa e moltiplicata all’ombra dei pertugi, rafforzando le sue radici… Ed ora che è primavera, esplode in un pomeriggio di riappropriazione e liberazione.

Le false promesse del mega-assessore non hanno fermato il nostro appuntamento con la città: il 15 Novembre 2019 abbiamo aperto le porte dell’ex Caserma Sani, un’area verde gigantesca restituita al quartiere, relegata di nuovo all’abbandono e alla speculazione edilizia due mesi dopo, con l’ennesimo sgombero.

Altro tempo è passato in cui non abbiamo smesso di curare legami, tessere rapporti, sostenere iniziative, percorsi e comunità alternative.

La recente esperienza di Banca Rotta ha di nuovo acceso i riflettori sulla questione spazi. Per noi è sempre stato chiaro: gli spazi a Bologna ci sono.

Abbiamo preso parte al percorso di Banca Rotta per creare un ulteriore passo avanti in questa estenuante marcia che ci vede coinvolte fin dai tempi del LaboratorioSpazi, passando per il Comitato ESA, arrivando agli infiniti tavoli comunali di supposta co-progettazione. A tutto questo il Comune stesso ha imposto l’ennesimo stop a suon di camionette, falsità e cemento.  Un altro muro eretto a chiudere un altro spazio vuoto, che tale rimarrà a lungo, come molti altri. Sono ancora aperte le ferite lasciate dai tanti, troppi sgomberi di spazi autogestiti che questa città porta con sé.

Non possiamo arrenderci alle modalità di gestione previste dall’amministrazione di questa città che mettendosi una finta maschera innovativa parla di inclusione, multiculturalismo, solidarietà e mutualismo, mentre nei fatti impone,con la solita retorica della legalità e del decoro un modello di governo urbano che poggia su sgomberi e repressione finalizzati ad espellere le fasce sociali piú svantaggiate e le soggettività non conformi o non assimilabili alle sue logiche e alle sue vetrine.

A muoverci in questa nuova impresa è il bisogno che sentiamo di una socialità radicalmente diversa e l’urgenza di sottrarre tempi e spazi alla colonizzazione del capitale: non vogliamo rimanere inerti davanti alla sparizione di qualsiasi possibilità di mutualismo, intersezione, autodeterminazione e autogestione. 

Se le occupazioni di spazi si moltiplicano, se ogni entità con i suoi mezzi e le sue pratiche apre luoghi di autogestione dal basso, allora l’amministrazione non potrà asfaltarle tutte, ma sarà costretta a trovare il modo di riconoscerne l’esistenza.

Moltx di noi vengono dell’esperienza di Xm24 e dai collettivi che lo hanno animato, altrx sono salitx a bordo del nostro galeone pirata a partire dall’occupazione dell’Ex Caserma Sani, altrx ancora vengono da altre strade e percorsi.
Abbiamo età e vissuti diversi, ma ad unirci è la necessità ed il profondo desiderio di lottare per una società radicalmente diversa da questa, solidale, antirazzista, antisessista, antifascista e anticapitalista. 

Siamo, dunque occupiamo spazio: più forte sarà il tentativo di estirparci, più profonde saranno le radici che metteremo! 
Vi invitiamo a costruire insieme questa nuova avventura! 

Siete tutte invitate stasera a visitare lo spazio! Siamo in via Emilio Zago 1

A seguire aperitivo di auto-finanziamento e dj set

Venerdì conferenza stampa alle ore 12:00 presso lo spazio.

Sempre Venerdì alle ore 19:00 prima assemblea pubblica di gestione dello spazio.