Ieri sera un carrello infestante ha attraversato sconsideratamente le vie del centro svolantinando e contaminando le strade e i portici affollati di locali e dehor con un’altra socialità possibile, libera e non mercificata.
Si è parlato con le persone della necessità di spazi sociali, di esperienze straordinarie sottratte alle città, di anni di storia asfaltati dalle ruspe, di sgomberi recenti e lontani, si è raccolta tanta solidarietà e presa bene.
Lungo la strada abbiamo incontrato altre faune resistenti che hanno condiviso la necessità di non poter rimanere passive di fronte a questa gentrificazione forzata ammantata di democratica retorica.
Un’erbaccia da sola viene sradicata, una blatta da sola può essere schiacciata, ma un’infestazione non si può fermare con le ruspe, con il cemento o con la repressione poliziesca.
Più forte sarà la loro ottusità nell’estirparci, più intensa e capillare sarà la nostra ricrescita.