A modo mio avrei bisogno di uno spazio anch’io

Oggi Sabato 9 Luglio abbiamo contestato l’inaugurazione della Tettoia Nervi, ora piazza Lucio Dalla, voluta dall’amministrazione.
Una inaugurazione stracolma di ipocrisia e retorica progressista, fondata su una falsa narrazione della realtà sociale del quartiere e totalmente volta a gentrificare l’ennesimo spazio pubblico.
Eravamo presenti per ricordare al sindaco e alla giunta più progressista d’Italia che tutta la partecipazione che rivendicano esisteva già e per anni è stata praticata qualche numero civico più avanti, in Via Fioravanti 24: concerti a prezzi popolari, festival, mercato contadino, sport popolare. Socialità libera e dal basso, in autogestione, fuori dalle logiche di mercato. Siamo riuscite ad avvicinarci alla tettoia nonostante l’imbarazzante numero di forze dell’ordine schierate a difesa di una piazza che dovrebbe “cambiare il destino di un quartiere conosciuto perché teatro di conflitti”. La nostra comunità continua a esistere e lottare nonostante i goffi tentativi di questa amministrazione di asfaltare la nostra resistenza , in autogestione, come entità non conformi.

C’eravamo, ci siamo, ci saremo.

[COMUNICATO]
Questo sabato 9/7/2022 verrà aperta e inaugurata la nuova Piazza coperta Lucio Dalla (che assurdo ontologico ‘aprire’ una piazza, luogo che per sua stessa natura é già aperto), le parole utilizzate dal sindaco Matteo Lepore per annunciarlo ci lasciano sconcertate e irritate.
Dice il Sindaco “questa piazza cambierà il destino della Bolognina, luogo finora conosciuto come cantiere e teatro di conflitti irrisolti che oggi cambia pelle. È il nostro modo per metterci alle spalle quella Bolognina e per raccontare in un modo nuovo il quartiere, non più solo luogo di scontri, ma di cose positive“. 
Noi lo sappiamo qual’è il destino della Bolognina da anni al centro di progetti di riqualificazione imposti dall’alto e d’imperio che stanno trasformando irrimediabilmente il volto del quartiere sia in termini urbanistici che di identità. Progetti che mirano ad attirare professionisti, ‘giovani creativi’ e turisti alternativi. Che stanno riconvertendo gli spazi, l’assetto urbano e la composizione comunitaria del quartiere. Che hanno innescato un processo di gentrificazione che sta portando nuovi residenti e fruitori più abbienti  con relativi stili di vita inaccessibili a buona parte degli attuali abitanti.
Negli ultimi anni i prezzi degli affitti si sono impennati ed è difficile trovare casa in Bolognina i prezzi a causa del proliferare di alloggi ad uso turistico tramite piattaforme quali AirBnB. Nella zona attorno a via Fioravanti e di fronte all’Ippodromo sono stati edificati complessi residenziali di lusso con appartamenti venduti a 4000 euro al metroquadro e sono spuntati negozi radical chic che hanno preso il posto delle botteghe di quartiere. Il processo di gentrificazione spazza via tutto quello che lo ostacola. Cosi’ l’ex Telecom, un’esperienza di occupazione abitativa di Social Log con 60 famiglie migranti, è stata sgomberata  per lasciare il posto all’edificazione dello Student Hotel. E l’XM24, lo storico spazio pubblico autogestito che per 17 anni è stato il cuore nevralgico della contro-cultura e socialità del quartiere, è stato demolito dalle ruspe per lasciare il posto a un cantiere per la costruzione di un cohousing.
La Bolognina non è solo un luogo di cantieri e conflitti irrisolti.
 La Bologninaè un quartiere storicamente popolare, operaio e antifascista, oggi tra i più multietnici della città, è cuore dell’antagonismo militante cittadino e delle sue espressioni di contro cultura.
La Bolognina è luogo di vita, conflitti, confronti, dialogo e solidarietà tra comunità il cui tesoro è la diversità di culture, lingue, idee e azioni. Le molteplici esperienze di autogestione e socialità dal basso che si sono sviluppate e radicate in Bolognina (XM24, ex Telecom, occupazioni abitative di Social Log e Asia USB, occupazioni anarchiche, circoli e collettivi) hanno contribuito a definirne la sua attuale identità orgogliosamente fuorinorma. Centinaia di teste e corpi, cittadine del quartiere, della città e del mondo, ne hanno occupato le piazze, i parchi, le strade, alzando la voce per fare emergere le contraddizioni, per incunearsi nelle crepe del sistema, per praticare solidarietà. Hanno autogestito spazi abbandonati restituendoli alla collettività, organizzando per  anni 7 giorni su 7 di spettacoli, iniziative culturali, concerti, festival, laboratori gratuiti e tutto questo senza bisogno di 500mila euro di soldi pubblici perché la forza dell’autogestione dal basso muove cose molto più grandi che nessun  finanziamento potrà mai comprare
Forse il sindaco pensa di ‘mettersi alle spalle’ i conflitti irrisolti della Bolognina aprendo una piazza coperta e riempiendola di concerti, ma per tante in città lo sgombero di XM e della repressione di tante altre realtà autogestite del quartiere restano ferite aperte e vuoti che vogliamo colmare.  Continuando a sgomberare ogni tentativo di ricreare luoghi di autogestione in città, fuori dalle logiche dei ‘bandi’ e della socialità addomesticata quest’amministrazione si dimostra molto poco progressista ignorando ogni istanza politica e sociale non conforme ai suoi progetti calati dall’alto. Continueremo a lottare, a creare conflitto, mettendoci i nostri corpi, cuori, teste perché non vogliamo vivere nel modo che ci volete imporre. Perché i conflitti irrisolti sono ancora vivi e vegeti a dispetto di chi vorrebbe vederli espulsi o addomesticati. 

foto copertina: Mattia Fiore
foto piè di pagina: Gianluca Rizzello

Una spina nel centro. Sulla tre giorni in Azzo Gardino.

Si è appena conclusa la tre giorni “Spazi, Case, Strade”, che ci ha portate ad aprire lo spazio di Via Azzo Gardino 61 abbandonato da vent’anni. Presto pubblicheremo una restituzione dei contenuti politici emersi dalle tavole di discussione.

Abbiamo lanciato questo momento per fare rete con realtà diverse e contaminare le nostre pratiche e prospettive su temi quali l’abitare, le occupazioni e la gentrificazione delle città. 
Vogliamo continuare ad auto-formarci come assemblea e confrontarci con compagne provenienti da diversi percorsi, smascherando e smontando le narrazioni fuorvianti promosse dall’amministrazione e portando queste tematiche all’attenzione di chi vive questa città.

Sono state 3 giornate molto partecipate, ricche di spunti che contribuiranno sicuramente a portare avanti la nostra lotta. 

Momenti come questo, di confronto e crescita con realtà affini e non, provenienti da tutta Italia e Europa, sono la riprova che i nostri bisogni e le risposte che insieme siamo in grado di trovare vanno al di là dei confini che ci impongono. 
La logica competitiva dei bandi si può smontare aprendo luoghi abbandonati per tutte quelle che li vogliono riempire e far vivere in autogestione. Gli spazi a Bologna ci sono, lo abbiamo sempre detto, quello che manca è la volontà politica da parte dell’amministrazione di prendere atto di questa esigenza, di questa fetta di città che non vuole omologarsi. 

Ci rivendichiamo il vandalismo di un’arte fuori dai musei, il terrorismo di concerti gratuiti, la politica fatta con le parole di ogni giorno al posto del vostro lessico freddo. 

L’amministrazione di Bologna da anni persevera nel tentativo di annientarci e zittirci, sgomberando e negando alla nostra comunità la possibilità di continuare il proprio percorso.

Infestare significa non solo essere splendidi fiori che sbocciano spaccando l’asfalto, ma anche essere spine nel fianco. Anzi, nel centro. 

Accanto al divertimentificio e a situazioni su cui pesa l’egomonia sulla cultura imposta dall’amministrazione, continuiamo a creare spazi di autogestione.
 

L’infestazione continuerà, perché l’erba cattiva non muore mai!
Ci vediamo nel prossimo spazio! 

[COMUNICATO] Occupazione temporanea alla palazzina Magnani in via Azzo Gardino 61

Dopo lo sgombero dell’esperienza di via Zago abbiamo promesso alla città che la lotta per gli spazi non sarebbe finita. Oggi abbiamo deciso di occupare temporaneamente la Palazzina Magnani per aggiungere un tassello in più a questa lotta.

 

La Palazzina Magnani è un’immobile di proprietà del Comune di Bologna, che nel dicembre 2020 lo ha acquistato dal Demanio per 2 milioni di euro in un “cortocircuito del pubblico per cui lo Stato compra qualcosa che è già dello Stato” per riprendere le parole di Vag61 [https://vag61.noblogs.org/post/2020/12/21/due-milioni-di-kg-di-polvere/]. L’immobile era stato occupato dallo stesso Vag61 nel 2003 e dopo lo sgombero avvenuto nel giro di pochi giorni è stato abbandonato alla polvere fino ad oggi. In un primo momento destinata a deposito di macchinette del videopoker, ora l’amministrazione cerca di pulirsi la coscienza promettendo che la Palazzina Magnani diventerà un museo e verrà così restituita ai cittadini. Verrà infatti aperta alla città, ma solamente a quella parte di città che piace all’amministrazione, a quella per bene, sostanzialmente borghese, quella che non dà fastidio e che non è sgradevole da vedere o politicamente scomoda.
Noi esistiamo e dunque occupiamo spazio. Questa volta abbiamo deciso di metterci al centro e nel centro, di farci vedere, di portare alla luce quell’altra città con le sue esigenze reali che il Comune cerca di nascondere sotto il tappeto relegandole ad un problema di ordine pubblico.  
Abbiamo deciso di essere presenti in centro questi tre giorni con un evento politico. L’Amministrazione continua a negare le connessioni tra il nostro discorso politico e tutta la sua opera di mascheramento neoliberal, di soffocamento delle diversità, di omologazione, di appropriazione indebita delle nostre pratiche orizzontali di partecipazione dal basso, di esaltazione delle logiche competitive . Vogliamo che queste tre giornate di dibattiti siano l’occasione per sbattere nuovamente in faccia alla nostra controparte queste connessioni. Vogliamo ribaltare il loro linguaggio sulle istanze generative, sulla co-progettazione, sul co-design, sulla governance collaborativa. Vogliamo mostrare lo squallore dei progetti rigenerativi dell’amministrazione negli obiettivi e nella pratica, mostrando quanto le formule di narrata co-progettazione e governance collaborativa siano subdoli palliativi alla logica ancor più verticalista dei bandi tradizionali e che in sostanza non mutino le componenti di competizione, esclusivismo, rigidità e vuota retorica con cui il Comune premia il suo circuito privilegiato. 
In questi tre giorni vogliamo connetterci alle lotte portate avanti a Bologna, in Italia e in Europa, per la casa, gli spazi e le strade, contro i fenomeni di gentrificazione e guerra al povero. Vogliamo confrontarci con le nostre compagne sulle loro lotte e sulle loro modalità, per darci supporto a vicenda e sperimentare nuovi modi per colpire ed essere spina nel fianco. 

Vogliamo anche che questi tre giorni siano un momento di condivisione delle pratiche, per allargare le conoscenze, diffondere la pratica dell’occupazione e far nascere quanti più spazi possibili. Crediamo che affiancare teoria e pratica sia l’unico modo per riprenderci lo spazio di cui abbiamo bisogno per vivere.

Lo abbiamo sempre detto, abbiamo bisogno di spazio, il prossimo passo sarà la presa del palazzo.

 

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Spazio distro e banchetti per tutta la durata dell’evento, porta il tuo tavolo e autogestisciti.
Area campeggio, porta la tua tenda e ciò che vorresti trovare.
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[PROGRAMMA]

 

– Venerdì 17 –
ore 17:00 Tavola rotonda
“Occupazioni abitative: prospettive di lotta a Bologna e in altre città”

con Rent Strike / Asia USB / Campetto Giulianova e Altre in aggiornamento
ore 20:00 Cena benefit Rent Strike
ore 21:00 Djset Edu Naddybwoy

– Sabato 18 –
ore 9:30 Colazione collettiva
ore 11:00 Workshop di graffiti: impara a usare uno spray e a scrivere a bomboletta
ore 13:30 Pranzo di autofinanziamento
ore 15:00 Workshop allacci elettrici di base
ore 17:00 Tavola rotonda “Sono dunque occupo spazio: falsi miti sulle assegnazioni e prospettive future”
con Diritti alla città/ Bancarotta / Mondeggi e Altre in aggiornamento
ore 20:00 Cena benefit Via Erbosa
ore 21:00 Collettivo Cannibale presenta: Installazione sonora proiezione  Eraserhead / Dj Set Cannibale

– Domenica 19 –
ore 9:30 Colazione collettiva
ore 11:00 Workshop di autodifesa legale con avvocate e associazione Mutuo Soccorso
ore 13:30 Pranzo di autofinanziamento
ore 15:00 Workshop di serigrafia e cucito a cura di Collettivo Cannibale
ore 17:00 Tavola rotonda “Gentrificazione e processi speculativi: come si r/esiste in diverse città” con  labUrba / Corsica /  Collegamento con atene Exarchia / Collegamento con Berlino e Altre in aggiornamento
ore 20:00 Cena di autofinanziamento per Viale Corsica
ore 21:00 Proiezione Faster Pussycat kill kill

 

NoPanic e autogestisciti

 

[COMUNICATO] dallo sgombero di via Zago 1

Una settimana fa, Martedì 24 Maggio, nella “città più progressista d’Italia” è avvenuto l’ennesimo sgombero, con il quale  l’attuale giunta ha mostrato ancora una volta il suo vero volto. Con un ingente dispiegamento di forze, lo spazio di via Zago 1 è stato sgomberato. Mentre alcunə compagni e compagne resistevano sul tetto dell’edificio, i solidali si sono radunati sul ponte di Stalingrado arrivando a metà mattinata a bloccare la strada per portare vicinanza e sostegno agli occupanti.
Dopo alcune ore di contrattazione si è riusciti a portare via tutti i materiali presenti nello spazio e a far uscire le compagne che erano all’interno senza denunce ed identificazioni. A quel punto, si è costituito un corteo spontaneo che si è mosso per le strade della città. Giunti alla tettoia Nervi, si è deciso di abbattere le transenne che chiudono un luogo che dovrebbe appartenere alla città,una piazza coperta nata con lo scopo di rispondere alle necessità della cittadinanza, una piazza negata alla collettività ma destinata ad attività e iniziative selezionate attraverso un bando proposto dal Comune di Bologna per il progetto Bologna Estate. Nuovamente, vediamo come la socialità e le iniziative di carattere artistico e culturale tollerate e promosse siano quelle che stanno all’interno di margini e regole imposte dall’Amministrazione, nei termini di un avviso pubblico. Siamo entrate in quella piazza perchè crediamo che gli spazi vadano aperti e per dimostrare il paradosso di chiudere un luogo che per definizione dovrebbe essere aperto e attraversabile; crediamo che la socialità non possa essere rinchiusa nei termini del profitto e della costruzione di una città vetrina. 
Mentre l’Amministrazione parla di innovazione, cultura, inclusione sociale e partecipazione, le esperienze dal basso vengono continuamente asfaltate, ridotte al minimo o normate attraverso bandi e avvisi pubblici. La socialità viene relegata a luoghi predefiniti ed enormi spazi pubblici vengono affidati ad una gestione privata, come abbiamo visto nel caso di Dumbo, gestito da Open Group ed Eventeria. Spazi come questi si alimentano di narrazioni appartenenti ad altre esperienze, cercando di appropriarsi di pratiche e immaginari di quelle realtà che nel frattempo lottano per non essere ammutolite ed estirpate.
E’ la stessa Amministrazione che parla di rigenerazione urbana, riqualificazione e ambiente a destinare enormi spazi pubblici alla speculazione edilizia, come nel caso della caserma Sani, destinata da progetto all’abbattimento di gran parte degli alberi per costruire abitazioni private, supermercati, hotel, parcheggi ad uso privato. E’ il caso dell’ex caserma Mazzoni e dell’ex caserma Masini, progetti di ampio respiro che prevedono l’abbattimento di aree verdi e un’incremento dell’offerta immobiliare. E’ la stessa Amministrazione ad approvare la scelta progettuale del Passante di mezzo mentre si riempie la bocca di parole come ecologia e sostenibilità. E’ la stessa Amministrazione a parlare di inclusione sociale e poi a relegare sempre più ai margini gli esclusi e gli emarginati, la stessa Amministrazione che sgombera un’occupazione abitativa come quella di via Zampieri a un giorno dalla vigilia di Natale. Ed è a questa Amministrazione che abbiamo voluto urlare tutta la nostra rabbia e il nostro dissenso martedì, con un corteo che ha sfilato fino al cuore della città, arrivando a parlare in Piazza del Nettuno.
Anche in questo caso, dopo questo ennesimo sgombero, non ci siamo lasciate intimidire. Abbiamo mostrato come i solidali siano tanti e tante e che, ancora una volta, c’è un’altra città che non è disposta a piegarsi.
L’occupazione di Via Zago 1, sgomberata il 24 Maggio, è la riprova che a Bologna, come in altre città, l’unica risposta possibile al bisogno di spazi autogestiti sia quella di aprirne di nuovi, attraversandoli e contaminandoli (infestandoli)
Se Lepore spera che “l’epoca delle occupazioni” sia finita, siamo qui per dirgli che è appena iniziata! 

Con le compagne colpite, contro ogni violenza machista e fascista

Negli ultimi giorni c’è stata una escalation in città di episodi violenti di matrice fascista, mirati a colpire compagne e compagni.
Mercoledì sera, una compagna è stata aggredita da un gruppo di fascisti.
Le occupanti di via Zago esprimono massima solidarietà alla compagna assalita e a chiunque abbia subito da loro intimidazioni.
Rilanciamo la conferenza stampa chiamata dalle compagne, lunedì 9 maggio alle ore 10:00 in Piazza Verdi. 
Nessuna intimidazione machista e fascista potrà fermarci.
Se toccano una, toccano tutte!
Le compagne di Via Zago

COMUNICATO/LETTERA APERTA AL COMUNE DI BOLOGNA

ll 21 Aprile c.a., anniversario della Liberazione di Bologna, in città è stato aperto un nuovo spazio autogestito ridando vita a un edificio abbandonato da più di vent’anni situato in via Zago 1 di proprietà della holding Investire SGR.
Alla liberazione di questo spazio hanno contribuito tantissime soggettività unite dalla stessa necessità di restituire alla città spazi in cui praticare solidarietà, autogestione e mutualismo fuori dalle logiche del profitto e dell’omologazione. Sono le stesse che sono riuscite a resistere nonostante i tanti sgomberi in città, come quello di XM24, Ex-Caserma Sani, Bancarotta e tanti altri. 
Davanti a questa nuova dimostrazione di quanto ci sia bisogno di spazi liberati in città, l’amministrazione si è espressa riducendo la riappropriazione di questo spazio a una mera questione di ordine pubblico e delegando la questione alle decisioni dei proprietari dell’immobile. 
Siamo entratə in uno spazio privato perché l’agibilità di utilizzo a scopi sociali degli spazi pubblici si è fortemente ridotta e crediamo che sia giusto dare nuova vita e nuova energia a tutti gli stabili vuoti e in disuso restituendoli così all’uso della comunità, ma non per questo dimentichiamo l’implicazione della gestione pubblica rispetto all’assegnazione degli spazi in città.
A fronte di questa ennesima chiusura dell’amministrazione davanti alle istanze politiche e sociali portate avanti da una grande fetta di città abbiamo deciso di contattare direttamente la proprietà dello stabile al fine di proporle la nostra idea meravigliosa: trovare una modalità di concessione temporanea dello spazio alla nostra collettività trasformando l’edificio abbandonato in uno spazio sociale autogestito! 
Riteniamo che la legittimità dell’esistenza degli spazi sociali autogestiti provenga dal basso ovvero dalle migliaia di persone che hanno sostenuto e continuano a sostenere, attraversare, far vivere questi spazi. 
Continuiamo a lottare perché gli spazi autogestiti possano esistere e, siccome l’esistenza di questi è oggi più che mai incerta, un riconoscimento formale da parte dell’amministrazione diventa necessario. L’esistenza di questi spazi non deve essere costantemente a rischio sgombero in un processo degenerante di distruzione di tutto ciò che non è conformato e omologato. 
 
Contattando la proprietà di via Zago 1 non intendiamo avviare una trattativa privata ma piuttosto spingere per l’apertura di un confronto pubblico affinchè si trovi una formula che permetta a gruppi informali di gestire temporaneamente spazi in disuso. Come chiediamo da anni, vorremmo che si trovi una forma pubblica di riconoscimento delle esperienze sociali autogestite. Continuiamo a sostenere che le forme attuali di assegnazione e di riconoscimento siano limitanti e inadeguate perchè basate su logiche competitive (come l’assegnazione tramite bando) , speculative (grandi immobili pubblici destinati ad un uso commerciale e le briciole lasciate alle associazioni e alle realtà dal basso) e inoltre non permettono il riconoscimento della responsabilità collettiva delle assemblee di autogestione di questi spazi.
Un‘amministrazione che si vanta di essere la più progressista d’Italia dovrebbe sapere accogliere le diversità e le istanze di chi vorrebbe costruire una città e una vita (radicalmente) diverse, e trovare una modalità di tutelare gli spazi sociali autogestiti: luoghi di resistenza ai processi distruttivi, alle derive sovraniste, alle diseguaglianze nella distribuzione delle ricchezze, al razzismo che lascia morire ai margini delle frontiere, al patriarcato sistematico e alla devastazione dell’ambiente e degli animali, umani e non. 
Dato che  quest’Amministrazione si è sempre riempita la bocca di parole come partecipazione e collaborazione mentre al contempo sgomberava gli spazi dove questa si praticava,  potrebbe forse cogliere ora quest’occasione per mantenere la promessa fatta dall’allora assessore Matteo Lepore dopo lo sgombero di XM24 di trovare “una nuova sede adeguata” per la collettività che gravitava attorno a XM24, riconoscendone al contempo “l’importanza della progettualità politica sociale e culturale”.

A questo proposito rendiamo noto quanto scritto alla proprietà:

 

Spett.le Investire Sgr
Siamo un collettivo politico che da oltre vent’anni porta avanti attivamente pratiche di mutualismo e autogestione. Da giovedì 21 Aprile siamo entrate nell’edificio dell’ex clinica Cesare Ragazzi situato in via Zago 1 a Bologna, in disuso da più di vent’anni che sappiamo essere attualmente di vostra proprietà. Vi scriviamo perché anche noi come Cesare abbiamo in testa un’idea meravigliosa e vi chiediamo di dedicarci qualche minuto del vostro tempo per leggere questa mail.
Restituire ad un utilizzo sociale lo spazio abbandonato di via Zago 1 è stata la nostra risposta a un bisogno che è rimasto inascoltato dall’Amministrazione della città di Bologna. Infatti, negli ultimi anni le sedi nelle quali svolgevamo le nostre attività non sono più a nostra disposizione poiché sgomberate per destinarle a differente uso. Inoltre, le condizioni di assegnazione per attività sociali e culturali nella città di Bologna non sono state in grado di soddisfare la domanda di spazi per i gruppi informali di attivazione popolare. A fronte dell’alto numero di spazi vuoti, pubblici e privati, lasciati al disuso e all’abbandono, il grande bisogno di spazi dove praticare attività mutualistiche e solidali è una necessità evidente nella nostra città a cui abbiamo deciso di dare una risposta con l’ingresso nello stabile di via Zago 1.
Crediamo fermamente nella costruzione di esperienze dal basso che abbiano un impatto concreto sull’esistente e negli anni abbiamo sempre cercato di dare vita agli spazi che abbiamo abitato, prendendocene cura con l’autorecupero e trasformandoli in luoghi di socialità e aggregazione in cui portare attività di reale utilità sociale senza fini di lucro. Attraverso pratiche di mutualismo e autogestione abbiamo dato vita a decine di progetti tra cui una palestra popolare, una scuola di italiano con migranti, una ciclofficina, uno sportello medico-legale, progetti accessibili e gratuiti volti a soddisfare bisogni e necessità delle abitanti della città. 
Vorremo tornare a rendere queste attività accessibili alla collettività e crediamo che lo spazio di via Zago 1, lasciato da anni all’abbandono, possa tornare a vivere diventando temporaneamente una casa per le nostre progettualità.
Siamo coscienti del fatto che la carenza di spazi vivi e fruibili in città fuori dalle logiche di mercato e al contempo, l’alto numero di spazi vuoti pubblici e privati lasciati al disuso e all’abbandono sia un tema da affrontare principalmente con l’Amministrazione.
Ricordiamo che il Sindaco di Bologna Matteo Lepore ha riconosciuto “l’importanza della progettualità politica sociale e culturale” del nostro collettivo e dopo lo sgombero dello Spazio Pubblico Autogestito XM24 avvenuto il 6 agosto 2019 si era impegnato a trovare “una nuova sede adeguata”. In quell’occasione Lepore, allora Assessore, si era mostrato disponibile ad intercedere per noi presso un istituto privato proprietario di un immobile in disuso da anni al fine di favorire l’utilizzo temporaneo di quello spazio da parte del nostro collettivo. Purtroppo l’impegno di Lepore di trovare una ‘”nuova sede adeguata” per XM24 non è mai stato mantenuto, per questo crediamo che oggi che ricopre la carica di Primo Cittadino sarà a maggior ragione interessato a trovare una soluzione ponendosi come intermediario e garante in un’eventuale interlocuzione con la proprietà di via Zago 1, qualora da parte vostra ci sia l’interesse.
le regaz

 

 

IL PRIMO MAGGIO È ANTIFASCISTA, NESSUNO SPAZIO AI PATRIOTI!

ALLE 13 IN PIAZZA DELLE MEDAGLIE D’ORO, CONCENTRAMENTO ANTIFASCISTA

Anche quest’anno il Movimento Nazionale Rete dei Patrioti – sigla nata nel 2020 dallo scioglimento del ben più noto partito fascista Forza Nuova e sotto cui si celano varie formazioni neofasciste – ha chiamato una manifestazione per il 1° maggio a Bologna.

Anche quest’anno, in una giornata di lotta e rivendicazione di lavoratrici e di lavoratori, non lasceremo spazio a chi ha sempre difeso gli interessi del padronato ed ha sempre rappresentato il braccio armato della borghesia.

IL PRIMO MAGGIO È ANTIFASCISTA, NESSUNO SPAZIO AI PATRIOTI!

Antifascistə bolognesi