BENEFIT X STATE OF EMERGENCY

Venerdì 8 aprile le forze dell’ordine hanno sequestrato l’impianto e la strumentazione di un free party organizzato a Bologna. Due persone sono state denunciate per disturbo della quiete pubblica.

La richiesta di decreto penale di condanna avanzata dal PM è stata rigettata ma questo non ha cancellato i costi della copertura legale, del deposito del materiale sequestrato ecc.

Sequestri sempre più frequenti e denunce non mineranno la sussistenza economica di progetti liberi e autogestiti, continueremo a sbatterci per creare situazioni accessibili a tuttx, diffondendo contenuti di orizzontalità, sostenibilità, cura di sé e delle altrx nella libertà di azione, temi difficilmente riscontrabili nell’ambito della vita notturna autorizzata.

Perchè le pratiche non conformi alle logiche di mero consumo e commercializzazione della socialità non si arrestino, vi aspettiamo oggi in via Zago 1 per una mattina e un pomeriggio danzante e solidale.

Porta l’acqua – che non è mai abbastanza – la tua borraccia, e quello che vuoi trovare.

Non parcheggiare nessun mezzo oltre l’arcata/sottopassaggio del ponte. 🚲 Le bici si possono parcheggiare nel cortile dello spazio.

Per sostegno a distanza👇

Crowdfunding: https://gofund.me/5504a3ca (inquadra il QR Code)
Paypal: bimboue96@libero.i

CONTRO L’ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO ED OGNI FORMA DI SFRUTTAMENTO, AL FIANCO DI CHI LOTTA

Undici misure cautelari, tre persone arrestate, quattro ai domiciliari, altre quattro con obbligo di firma, lesioni aggravate, resistenza e violenza, queste le accuse contestate per il corteo che lo scorso 18 febbraio a Torino si è espresso contro Stato e Confindustria e tutte quelle scelte che hanno portato alla malattia, alla depressione, agli infortuni, nonchè alla morte di studenti, studentesse, lavoratrici e lavoratori. Una manifestazione studentesca contro l’alternanza scuola-lavoro, contro le scelte di un’istituzione scolastica che sta diventando luogo centrale per lo sfruttamento sistematico in questo paese, sfacciatamente in mano agli interessi del Capitale, alla società della prestazione, alla produzione perenne, alle “necessità” del mercato neoliberista.

Pensiamo che continuare a lottare sia necessario. Siamo complici e solidali con lə compagnə torinesi colpitə dalla repressione!

Con Lorenzo e Giuseppe nel cuore, uccisi da Stato e Capitale

A SANTE – Tre Giornate in ricordo di Sante Notarnicola

La necessità di lottare è stata il filo conduttore di tutte le fasi della vita di Sante: come giovane proletario immigrato nella Torino della FIAT, come rapinatore politicizzato, come prigioniero, e come uomo libero tornato al villaggio.
In carcere, dove ha passato più di 21 anni, Sante è stato protagonista di una stagione di lotte contro le condizioni di detenzione inumane e medioevali, lotte che nel corso degli anni ’70 attraversarono tutti i penitenziari italiani.
Tramite la poesia e la scrittura, intese come forma di espressione collettiva, Sante diede voce alla lotta dei detenuti e contribuì a mettere in comunicazione le lotte interne al carcere con quelle esterne, che in quegli anni attraversavano l’intera società, nelle fabbriche, nelle scuole e nei territori. Il portato rivoluzionario della scrittura di Sante stava non solo nel contenuto, ma anche nel mezzo stesso: la possibilità di tenere in cella la penna e il foglio fu, infatti, una delle conquiste del movimento dei dannati della terra.
Per intere generazioni di compagni e compagne, le poesie di Sante e il suo libro “L’evasione impossibile” sono stati e restano testi fondamentali di formazione umana e politica. Per questo è, ancora oggi, amato e ricordato da molti.
Così come lo ricordano e lo amano quelli che l’hanno conosciuto a Bologna come oste del Pratello e come infaticabile organizzatore di progetti sociali, solidali, culturali.
Iniziative che ha promosso e realizzato con una tensione particolare per il coinvolgimento delle nuove generazioni, di cui era diventato punto di riferimento.
Sante non ha mai trascurato l’impegno contro il carcere, neanche durante la pandemia, quando si è attivato per la denuncia della strage nelle prigioni del marzo 2020. In quella situazione Sante ha collaborato anche ad un progetto che ha permesso di far uscire alcuni detenuti, facendoli accedere ai domiciliari, per sottrarli alla diffusione del covid nel carcere della Dozza.
In quest’ultimo anno Sante ha continuato ad essere presente nel cuore di chi lo ha conosciuto: le sue indicazioni e la sua sensibilità, custoditi nei suoi scritti, ci hanno accompagnato nell’azione quotidiana.

Vogliamo continuare a ricordarlo e ad evidenziare l’attualità del suo pensiero e del suo operato, costruendo delle giornate a lui dedicate, in cui far emergere tutta la ricchezza del patrimonio che ci ha lasciato e le sue continue connessioni con le lotte che ciascuno di noi porta avanti.

Qui il programma della tre giorni.

 

SULLO SGOMBERO DI BANCA ROTTA

Ripubblichiamo di seguito il comunicato sullo sgombero di BancaRotta

Nella mattina di giovedì 7 aprile lo spazio Banca Rotta SRL – Spazio Relativamente Liberato – è stato sgomberato da un ingente dispiegamento di forze dell’ordine.

La tempistica dell’operazione di polizia ci ha stupite non poco dato che è arrivata a meno di 36 ore da un incontro tra Banca Rotta e la vicesindaca Emily Clancy, cercato da quest’ultima per aprire (forse) un confronto sulla questione dell’assegnazione dello spazio rimasta in sospeso da 2 anni. Il che la dice lunga su quale sia l’affidabilità di questa Amministrazione come interlocutrice per dialoghi e trattative sul tema degli spazi sociali.

Dall’incontro con la vicesindaca era emerso che il bando all’interno del quale Banca Rotta era riuscita a farsi assegnare lo spazio è scaduto e di conseguenza i locali sono rientrati nelle disponibilità dell’Amministrazione, che li avrebbe prontamente inseriti in un nuovo progetto urbanistico chiamato ‘Via della conoscenza’ facente parte di quell’oramai noto modello di governo cittadino basato su un’idea di riqualificazione che, riciclando idee originariamente provenienti dal basso di sperimentazione dell’autogestione, argomenta un riutilizzo che non è altro che speculazione e messa a profitto di qualsiasi spazio pubblico ( https://www.ilsole24ore.com/…/bologna-parte-grande…).

Inoltre la vicesindaca ha avanzato una proposta a Banca Rotta : uscire volontariamente dallo spazio in cambio della vaga promessa di aprire un tavolo per ragionare su forme innovative di assegnazione degli spazi pubblici dismessi. Una proposta che abbiamo ritenuto immediatamente inaccettabile da un lato perchè basata sull’assunto che l’Amministrazione non dialoga con chi si trova in una situazione di occupazione, anteponendo cosi’ il tema della legalità al dialogo e alle ragioni politiche di chi si è riappropriato di quello spazio. Dall’altro perchè, senza uno spazio in cui sperimentare forme mutualistiche e comunitarie autogestite, quel tavolo non sarebbe stato altro che l’ennesimo esercizio di retorica partecipativa nell’oramai noto stile bolognese (https://parolelibere.blog/…/partecipazione-senza…/).

Al termine dell’incontro avevamo convenuto con la vicesindaca che, dopo esserci confrontati in assemblea, avremmo dato riscontro alla sua proposta, ma non ne abbiamo avuto la possibilità perché, meno di 36 ore dopo, le forze dell’ordine sono intervenute per sgomberare i locali di Banca Rotta.

A poche ore dallo sgombero abbiamo chiamato un’assemblea pubblica che ha visto una grandissima partecipazione dato che, per quanto di breve durata, l’esperienza di Banca Rotta ha aggregato diversi collettivi e individui, ha ospitato tante assemblee e iniziative, è stata attraversata quotidianamente da moltissime persone diverse, dimostrando ancora una volta quanto ci sia bisogno di spazi di socialità autogestiti e non mercificati in questa città.

In poco tempo l’assemblea si è trasformata in un corteo spontaneo che ha attraversato le strade della Bolognina toccando alcuni punti nevralgici della recente e triste storia di gentrificazione forzata del quartiere: lo scheletro di XM24 al posto del quale dovrebbe sorgere un cohousing, lo Student Hotel sorto sulle ceneri dell ex Telecom (tra le più grandi e innovative esperienza di occupazione abitativa a Bologna), passando per via Zampieri davanti ai due alloggi Acer sfitti da anni e occupati da Asia USB poi prontamente sgomberati pochi giorni prima di Natale.

Il corteo si è concluso davanti a Banca Rotta e lo spazio è stato simbolicamente riaperto. Con lo sgombero di giovedì l’Amministrazione ha preso una posizione chiara e altrettanto chiara è stata la nostra risposta: i mattoni con cui era stato chiuso lo spazio sono stati rimossi e restituiti al mittente perché noi stiamo dalla parte di chi i muri li abbatte e non di chi li erige.

Questa nuova Amministrazione, che si autodefinisce la più progressista d’Italia, si mostra in totale continuità con quella che l’ha preceduta: ruspe e repressione di ogni esperienza non conforme e che mette in discussione il modello di città turistificata e mercificata che ci stanno imponendo a suon di mega progetti urbanistici riverniciati di green e social. Un’Amministrazione che si vanta di essere all’ avanguardia quanto a partecipazione dei cittadini quando, in realtà, reprime ogni forma di autogestione e riappropriazione dal basso di spazi, creando desertificazione sociale.

Il mattino dopo il corteo l’entrata di Banca Rotta era stata nuovamente murata con solerzia, mentre in piazza Maggiore si tenevano un presidio solidale e una conferenza stampa in cui, come Banca Rotta, abbiamo ribadito di essere disponibili ad aprire un tavolo di confronto sulle modalità di assegnazione degli spazi pubblici dismessi così come abbiamo sempre dichiarato. Ma solo a patto che ci sia l’assegnazione temporanea dello spazio di Banca Rotta, (fino a che non partiranno i lavori o un altro progetto) oppure una discussione sull’ assegnazione di un altro spazio.

Ci vogliamo mettere in gioco, partecipando a questo tavolo di discussione, ma non alle condizioni di chi sgombera ed erige muri di fronte alle nostre legittime pretese. Vogliamo che la discussione teorica abbia anche un risvolto pratico, ovvero spazi in cui sperimentare delle pratiche reali di gestione dei beni comuni. Non ci fermeremo davanti ai muri dell’Amministrazione, continueremo a lottare per avere spazi di socialità altra in città.

Non finisce qui.

Ci vediamo lunedì alle 12.30 davanti a Palazzo D’Accursio